FuoriSalone 2022, Drop City |Elle Decor

2022-06-18 21:00:26 By : Mr. Richard Sun

Le installazioni realizzate per il FuoriSalone 2022 negli spazi di via Sammartini sono un’anteprima di un progetto di rigenerazione urbana e testimoniano la formazione di una nuova comunità, che trova in questi luoghi un punto di riferimento, tutto ancora da costruire e animare

Le installazioni realizzate per il FuoriSalone 2022 nei tunnel di via Sammartini sono un’anteprima del progetto di rigenerazione urbana Drop City e testimoniano la formazione di una nuova comunità, che trova in questi luoghi un punto di riferimento, tutto ancora da costruire.

Grazie alla perseveranza dell’architetto Andrea Caputo e con il supporto della società di servizi e consulenza immobiliare Nhood, i monumentali spazi dei Magazzini Raccordati della Stazione Centrale di Milano, in via Sammartini, saranno trasformati in un innovativo luogo di aggregazione e di dibattito per l’architettura, il design e la città contemporanea. Le porte apriranno nel primavera del 2024, ma fino al 19 giugno, nei tunnel dal 60 al 38 di via Sammartini, è possibile visitare un’entusiasmante anteprima del nuovo Centro dell’Architettura e del Design di Milano.

In concomitanza con la chiusura del progetto di ricerca U-joints, che vede in questi giorni il suo ultimo atto con la presentazione del libro, Andrea Caputo è riuscito a dare vita ad una nuova community. Un embrione del futuro centro composto da creativi italiani e internazionali, selezionati ad arte, che si sino trovati a condividere gli spazi del tunnel. Dalla loro collaborazione è nata una serie di installazioni da non perdere, per poter dire ‘io c’ero’.

La visita inizia da nord al civico 60 di Giovanni Battista Sammartini, dove a dare il benvenuto al visitatore, si trova un macro-arredo disegnato da Ganko, studio milanese con esperienze cosmopolite, per ospitare i libri e i dischi di Motto Books, editore e distributore indipendente basato a Berlino. ‘L’intervento è ispirato ai specific object dell’arte minimale americana del secondo dopoguerra’ racconta Guido Tesio di Ganko. ‘Un grande oggetto multifunzionale, astratto e mono-materico, dalla forma definita e squadrata, che vive in contrasto con il non finito dei tunnel.’

Nello spazio adiacente si trova la platea disegnata da Finemateria per ospitare l’intenso programma di Talk e presentazioni, che si terranno durante i giorni del FuoriSalone 2022. Le sedute sono il recupero delle panche dell’area di sosta della terza classe della Stazione Centrale, da qui il titolo dell’installazione Tre Classi. ‘Finemateria è uno studio di design interessato a creare idee intense, emozioni e ricordi legati alla materia.’

Viene qui presentato il mockup degli spazi di lavoro del futuro Centro dell’Architettura e del Design di Milano disegnato da Andrea Caputo.

Il Tunnel 142 ospita la collezione di ‘mobili’ pensati da Sam Chermayeff, ecclettico creativo, che cerca di rompere con ironia e leggerezza i rapporti prestabilita tra il corpo e gli oggetti. Un tavolino da tè diventa un lampione stradale, una sedia si trasforma in scrivania, una credenza in un mobile da toilette. BEASTS è il riallestimento della omonima mostra realizzata dalla SIDE Gallery di Londra, un mockup perfetto per rappresentare le potenzialità dei futuri spazi espositivi del Centro di Architettura e Design.

In questo spazio viene presentato il progetto Dropcity per la riqualificazione dei Magazzini Raccordati della Stazione Centrale, a cura dello studio di Andrea Caputo. L’attenzione viene catturata immediatamente dall’enorme maquette in scala 1:50 al centro del tunnel, ma le pareti sono la vera installazione. Con ‘Construction Assembly’ l’agenzia di design e ricerca Parasite 2.0 ‘utilizza i materiali da costruzione come alfabeto per un nuovo linguaggio’.

Rientrando nel Tunnel 54 si trova la mostra visiva della rivista Appartamento in memoria dell’architetto Ricardo Bofill, mancato recentemente. Un ricordo vivace e dinamico del lavoro dello studio, con tre grandi focus: il monumentale ingresso, che riprende l’entrata al suo atelier dimora ‘La Fábrica’; il tavolo a specchio, rivisitazione di quello disegnato per la casa Nicaragua di Barcellona; le proiezioni curate dal regista di Albert Moya ‘Memory << Future’.

‘Mobile e Immobile’ è un racconto sullo stato della cultura dell’ufficio in un mondo post-zoom. ‘Il titolo si può leggere sia in italiano che in inglese, declinando in modi diversi il concetto di mobilità e immobilità’ racconta Jimenez Lai di Bureau Spectacular. Qui viene messa in scena la scomposizione del cubicolo, lo spazio lavorativo moderno, ma troppo grande per essere un mobile e troppo piccolo per essere un’architettura. ‘Mentre un tempo Fight Club, Office Space o Matrix incoraggiavano la rivolta contro la noiosa cultura dell’ufficio, oggi la maggior parte dei lavoratori non può più permettersi di resistere.’

Il tunnel 50 è abitato da un gruppo eterogeneo di designer italiani residenti all'estero, che portano qui le loro ricerche, creando un intervento collettivo e interdisciplinare, basato su una reciproca contaminazione. Si cita il lavoro di Frantoio sociale dello studio GISTO. ‘Il 35% dei rifiuti in Italia deriva dalle demolizioni, però nella storia dell’architettura gli scarti sono sempre stati riusati’ racconta Alessandro Mason di Studio Gisto, qui ospite dell’installazione con le sue macchine per la frantuma dei detriti. ‘Il mondo del cantiere si dovrebbe ispirare di più a quello macchino-centrico dell’agricoltura e diventare anche lui ‘circolare’, quello che proponiamo con le nostre installazioni itineranti è il riutilizzo in cantiere di quello che viene demolito’.

KoozArch, piattaforma digitale sperimentale di ricerca sull’immaginario non costruito, con ‘Salone del Mobile / Un-Built’ porta qui una ricerca critica rappresentata da tre progetti video: uno di UNLESS, che presenta la campagna di sensibilizzazione ‘#SpeakUp For Antartica Now’, un altro di (ab)Normal, che trasforma un giorno in Fiera trasformato in un ‘videogame’, e l’ultimo di Alvar Altissimo, che rappresenta lo stress a cui è sottoposta la città di Milano durante i giorni del Salone. L’installazione è fatta di elementi puntelli e teli da cantiere, che lasciano dialogare i video con i graffiti trovati sulle pareti del tunnel.

Questo spazio di Leroy Merlin, sponsor che ha fornito i materiali per la sistemazione degli spazi, è stato realizzato dal duo di From outer Space, che ricrea qui piccoli scorsi di mondi famigliari, racchiusi all'interno di box metallici.

Trovando ispirazione nel numero 53 della rivista Log intitolato ‘Why Italy Now?’, lo studio di architettura romano Supervoid ha costruito l’altare del SUPERBONUS. Una riproduzione in scala 1:1 della facciata, realizzata in materiali termoisolanti, è stata posata sul pavimento e illuminata da una gigantesca scritta al neon. Un luogo dove prendersi un attimo per riflettere sullo stato della professione di architetto e sul suo ruolo nel dibattito pubblico italiano.

Nello spazio brandizzato Nike, da vedere ‘Chroma Park’, la rampa per skater di (ab)Normal, nata dalla collaborazione con One Block Down, storico negozio milanese di street wear. ‘La Stazione Centrale di Milano è la sede della comunità skater milanese, a cui vogliamo dare una nuova casa’, dicono i due designer Luigi Savio e Davide Masserini. ‘La curva della rampa lavora in risonanza con l’architettura a volta del tunnel e il monocromo blu permette agli utilizzatori di interagire costantemente con i video curati da Public Housing Skate Team’, uno studio ibrido di New York che lavora sulla produzione di media e di tavole da skate.

Una piattaforma inclinata, abitata da colonne proiettore e bracci robotici che stampano oggetti 3D, è lo scenografico allestimento disegnato da GRILLOVASIU per la mostra sul libro di ‘Project Without Form - OMA, Rem Koolhaas, and the Laboratory of 1989’ di Holger Schurk. ‘Camminare sulla superficie inclinata richiede uno sforzo fisico che completa l'esperienza spaziale della mostra, rendendo il visitatore attento e più consapevole dell'ambiente circostante.’

‘La collaborazione è nata con l’assegnazione di questo spazio condiviso, siamo subito entrati in sintonie a da qui è nata questa installazione site specific, che racchiude il lavoro di tutti’ raccontano il gruppo composto da HPO, gruppo di architetti con sede a Ferrara, l’arista Rashid Uri, che costruisce poetiche architetture con materiali isolanti, insieme a Bill Kouligas di label PAN, artista, designer e musicista berlinese. Il risultato è ‘Rituals Around the Machines’, incentrata sull'atto della frantumazione dei materiali come fonte acustica e musicale.

Nell'ultimo tunnel il collettivo di ricerca milanese Fosbury Architecture ha disegnato uno spazio di consultazione non convenzionale per la casa editrice Quodlibet, creando un plateau dove accogliere e godere del sovraccarico di stimoli generato dalla loro vasta produzione editoriale.

DROP CITY via Sammartini 60 – 38 6-19 giugno orario 10-19